Il Fucino è un altopiano della Marsica, in provincia dell'Aquila, in Abruzzo situato tra i 650 e i 680 m s.l.m. endoreico, cioè in una situazione per cui le acque del territorio circostante confluirebbero naturalmente verso la piana, senza sbocco al mare, contornato da rilievi montuosi, quali i monti Simbruini e il gruppo Sirente-Velino.
Il Fucino era un sistema lacustre carsico, il cui unico vero immissario è il fiume Giovenco, che entra nella piana da Nord Est, costeggiando l'abitato di Pescina. Il lago inoltre raccoglieva acque dal massiccio del Velino-Sirene a Nord e dai Monti Simbruini a Sud. Il regime idrico del bacino era regolato dall'attività degli sfiatatoi carsici, localizzati a meridione, ai piedi delle montagne. Il non avere emissari importanti ha determinato un'alta variabilità del livello del lago.
Tali fluttuazioni erano attribuibili non tanto al drenaggio carsico o ai movimenti tettonici che interessano la zona, quanto alle variazioni climatiche, in particolare ai cambiamenti stagionali delle precipitazioni e dell'insolazione prodotti dai parametri orbitali della Terra (precessione degli equinozi e obliquità dell'eclittica).
Nonostante i Romani avessero scelto il Fucino come luogo di villeggiatura per il suo particolare microclima, fu proprio al loro tempo che si iniziò a parlare di bonificare il lago per farne il granaio di Roma.
Con i suoi165 kmq (a sua volta residuo di un più vasto e antichissimo lago), superficie che ne faceva addirittura il terzo bacino lacustre d'Italia, dopo il lago di Garda (con una superficie di circa 370 km2 e una profondità massima di 346 m) e il Lago Maggiore, (con superficie 212,2 km2 e una profondità massima 372 m); privo di emissari ma invaso dai depositi trasportati da numerosi immissari, il lago aveva notevoli variazioni di superficie e di livello e, quando i fiumi erano ingrossati dalle piogge, straripava di frequente con inondazioni disastrose nei terreni circostanti.
Le zone meridionali del lago erano quelle più soggette alle inondazioni e quindi, oltre agli ovvi problemi stagionali per gli agricoltori, altro grosso problema di queste zone paludose era la malaria.
Già i romani con l'imperatore Claudio avevano avviato la regolamentazione delle acque del Fucino, creando un canale sotterraneo lungo più di 5,5 km, che adduceva le acque in eccesso al fiume Liri; in epoca medievale il canale si ostruì e il Fucino riprese la sua opera di devastazione. Terreni fertilissimi furono nuovamente sommersi. Risultarono vani alcuni successivi tentativi di ripristino del canale fino a che, nel XIX secolo, il Principe Alessandro Torlonia, decise il grandioso progetto di totale prosciugamento del lago. Nel 1885 l'opera era compiuta e oltre 16.000 ettari di terreno erano nuovamente coltivabili.
Più tardi i fondi furono divisi, assegnati a famiglie contadine (il famoso sciopero al rovescio) e dal latifondo si passò alla piccola proprietà privata. La conca del Fucino è oggi una delle zone economicamente più prospere dell'Abruzzo, con colture anche intensive di cereali ed ortaggi che hanno attivato varie industrie di trasformazione.
LE PATATE DEL FUCINO
Le Patate del Fucino, o Patate di Avezzano, si presentano con una forma tonda ovale ed una buccia irregolare.
LA NOSTRA TERRA
È nella valle del Fucino, nel cuore dell’Abruzzo, ai piedi del Parco Nazionale d’Abruzzo, che ha origine la maggior parte delle nostre verdure. In questa terra dal particolare microclima, circondata da Parchi Naturali e ricca di sorgenti che sgorgano in quota, la vocazione all’agricoltura ha radici profonde.